Risuona
con importanza tale giorno in cui si ricordano i santi Arcangeli Michele,
Gabriele e Raffaele. Notevoli e ricchi di significato sono i passi biblici che
li vedono coinvolti come agenti per l'uomo. Li vediamo principalmente in tre
momenti ben precisi, ognuno riguardante uno dei tre:
-
San Michele nel libro dell'Apocalisse, quando egli con la sua schiera angelica
vince Satana e i suoi angeli e lo precipita sulla terra (Ap 12,7-9);
-
San Gabriele nel Vangelo di Luca, quando annuncia a Maria che in lei si sarebbe
incarnato il Figlio eterno di Dio, il Verbo Eterno, la Seconda Persona della
Santissima Trinità (Lc 1,26-38);
-
San Raffaele nel libro di Tobia, quando accompagna il giovane Tobia, figlio di
Tobi, a prendere con sé in moglie Sara, liberandola dai tormenti del demonio
Asmodeo (Tb 8,1-3; 12,15-20).
Questi,
seppure siano i momenti che più balzano alla mente all'udire i nomi dei santi
Arcangeli in questione, tuttavia non sono i soli momenti in cui loro sono
presenti. Ad esempio san Michele compare anche in Giosuè 5,13-15; in Daniele
12,1; in Zaccaria 3,1-5; nella Lettera di Giuda 9 e in altri passi. San
Gabriele lo troviamo anche in Daniele 8,15-26; 9,21-27; nel Vangelo di Luca
quando annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni il Battista (Lc 1,11-20). San
Raffaele è ricordato, anche se in maniera più implicita – e ciò è ancora sotto
studio –, nel Vangelo di Giovanni, dove è scritto che un angelo scendeva ad
intervalli nella piscina di Betsada ad agitare le acque, la persona che per prima
vi entrava dopo l'agitazione veniva guarita da qualunque malattia fosse affetta
(cf. Gv 5,3-4). È dunque chiara l'importanza dei santi Arcangeli Michele,
Gabriele e Raffaele nella Scrittura, ma anche nella vita quotidiana di ognuno,
poiché la Bibbia è Parola di Dio e parlerà sempre a tutti gli uomini,
indipendentemente dal tempo, dalle mode, dai costumi. Nella Scrittura tutto è
compiuto. I significati dei nomi degli Arcangeli è straordinario e mostra
evidentemente quale sia l'importanza del «nome» in generale. In tal caso, i nomi
in questione sono definiti «teoforici» (teoforico dal greco significa portatore
di deità), in quanto contengono la realtà di Dio, la quale è data dall'ultima
parola del nome, ossia «El», che in ebraico è la radice con cui indicare Dio
(dall'ebraico El Elyon = «Dio Altissimo»; «El Shaddai» = «Dio
Onnipotente»). Ma vi sono altri nomi del genere, che fanno riferimento alla
radice «El»: Rachele, Daniele, Gioele, Ezechiele, Emmanuele… Ma vediamo i nomi
dei santi Arcangeli dei quali oggi si fa ricordo:
Michele: dall'ebraico Mîkhā'ēl (Quis ut Deus!) = Chi è come Dio!;
Gabriele: dall'ebraico Gavri'el = Forza di Dio; potenza di Dio; la mia forza è Dio;
Raffaele: dall'ebraico Rāfāʾēl = È Dio
colui che guarisce; Cura di Dio; Dio guarisce.
Particolarmente
interessante è la gerarchia angelica di un grande autore, ossia lo
Pseudo-Dionigi Areopagita (V o VI secolo d.C.), il quale si rifà sempre ai
diversi ordini angelici presenti nella Scrittura, e che nella sua opera De coelesti hierarchia, la riporta con nove cori divisi
in tre gruppi, strutturata come segue:
1.
Serafini, Cherubuni e Troni;
2.
Dominazioni, Virtù e Potestà;
3.
Principati, Arcangeli e Angeli (gli angeli custodi).
Chiaramente
gli angeli in generale sono creature, per cui vi è sempre una differenza
ontologica infinita con Dio, con il Creatore.
È
ulteriormente importante ricordare che i nomi degli Arcangeli che compaiono
nella Bibbia sono solo quelli di «Michele, Gabriele e Raffaele». Non vi sono
altri nomi, seppure sappiamo che vi sono sette Arcangeli e non solo tre. Ma il
fatto è che solo di questi tre conosciamo il nome, degli altri no. In merito a
questo è stata approvata ed è molto bella la «Corona angelica a San Michele (e
ai Nove Cori angelici)», ma si raccomanda di evitare l'altra corona, quella che
porta il nome di «Corona ai sette Arcangeli», la quale inserisce i nomi che
apparterrebbero ai restanti quattro Arcangeli, ossia i nomi di Uriele, Geudiele,
Sealtiele e Barachiele. Questi nomi non compaiono nella Bibbia e pertanto, nel
Sinodo di Roma del 745, Papa Zaccaria ne proibì l'invocazione dei restanti
quattro con i loro presunti nomi - precisamente, secondo esperti della materia, i nomi sono Uriel, Raguel, Tofoas, Sabaoth e Simiel. Questo non significa tagliarli fuori, ma
soltanto pregarli senza pronunciare i nomi. Nel Concilio di Aquisgrana del 798
verrà proibito severamente l'invocazione dell'Arcangelo che porterebbe il nome
di Uriele. A conclusione di ciò, dobbiamo pregare i tre Arcangeli Michele,
Gabriele e Raffaele con i rispettivi nomi poiché compaiono nella Scrittura, e
pregare anche gli altri quattro Arcangeli, ma senza pronunciare i 'presunti'
nomi.