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martedì 14 aprile 2020

IL CONTRASTO...

aprile 14, 2020 Posted by Gabriele Cianfrani No comments


Contrasto come opposizione o come rivelazione?

Alcune volte, portando avanti discussioni, sì in merito soprattutto alla Fede, ma anche riguardo a ciò che di più comune si trovi alla base di una discussione e su cui si possa argomentare, mi rendo conto che a volte sorgono dei "contrasti". È chiaro - forse non troppo in questo caso! -, questo è il segnale che vuol dimostrare che è finita,  che il discorso è giunto al termine in quanto una volta entrati in contrasto non è possibile argomentare ulteriormente… E così il risultato è un bel nulla! Tanta fatica finita nel niente! In quel preciso istante in cui sorge il contrasto sorgono anche, come conseguenza, le opposizioni, le diversità, per cui si viene avvolti da una cappa così negativa che conduce la persona stessa verso quella inesorabile esclusione.
Ma son convinto che ciò scaturisce da una visione di fondo universalmente negativa - per certi versi errata -, che oggi credo stia spadroneggiando alla grande, con lo scopo di una sorta di annullamento della diversità, senza contare che naturalmente la stessa diversità costituisce la vera unità e non il 'copia e incolla' l'uno dell'altro. Durante una particolare esperienza a Medjugorje è ritornata prepotentemente questa riflessione. Già con la mia compagnia eravamo circa cinquanta persone, ognuna con il suo campo d'azione (cardiologia, architettura, biologia, teologia, psicologia, impiegati, pensionati ecc.), se poi contassimo tutte le persone presenti a Medjugorje nella settimana di mia permanenza arriveremmo alle decine di migliaia… ognuna con la sua identità, prima naturale e poi professionale. Ma in questa diversità è stato possibile scorgere, o meglio, rendersi conto totalmente della unità in Dio. La diversità nell'unità e l'unità nella diversità… Sì, ma stiamo sempre nella Fede, occorre estendere il discorso anche all'esterno! Certo, e ciò è doveroso!
Ad esempio, se avessi intenzione di realizzare un dipinto su una tela bianca, utilizzando solo colori bianchi e magari schiaffarci anche la mia firma con lo stesso colore (bianco), certamente otterrei un risultato di forte espressione, tanto forte che la sola espressione percepibile sarà solo una: niente!
È ovvio che devo utilizzare colori diversi per fare in modo che tale dipinto sia una realtà concreta e 'comunicabile'. Ma se aggiungo colori 'diversi' genero 'contrasto'... E poi che succede? Beh succede che il dipinto ora ha un senso, è una realtà concreta ed esprime ciò che io volevo che esprimesse! In tal caso il contrasto è stato utile, anzi, necessario affinché si definisse ciò che occorreva definire e che non poteva essere se non vi fosse stato il contrasto. Anche per leggere una radiografia occorre il contrasto e addirittura anche la TAC si può effettuare con mezzo - guarda un po' - di contrasto… Ed è utile per salvare la vita!
Credo che per quanto il contrasto possa trasmettere aspetti negativi, in fondo, permette di cogliere concretamente le dimensioni della realtà.

Credo che questo valga tanto anche nei discorsi verbali, poiché cadere nell'accomodamento solo per non generare tensioni o urtare sensibilmente - questa espressione poi ricorre spesso - l'interlocutore, è come voler dipingere un paesaggio sulla tela bianca utilizzando colori bianchi. Non è possibile dire ad una persona: << sì, sono d'accordo con te, anche io la penso così >>, quando non solo non è così ma addirittura si cerca di occultare quel bene reclamato, desiderato inconsapevolmente dalla persona di fronte, privandola così dello stesso solo per non entrare in 'contrasto'. Ma per quanto io non sia d'accordo con il pensiero di una persona, né questa sia d'accordo con il mio pensiero, non posso non notare che proprio questa situazione sta permettendo al 'dialogo' di andare avanti. Se invece vi fosse quell'accomodamento solo per non generare tensioni, allora il dialogo potrebbe ritenersi terminato già prima che cominci.

Essere diversi è normale, ma è proprio attraverso quella diversità presente nella persona che mi sta dinanzi che io scopro anche me stesso e viceversa. Per natura l'uomo non è uguale a Dio, dato che l’uomo partecipa dell’essere di Colui che è, oltre che, con il Battesimo, partecipare della vita di Colui che è, ma è guardando a Dio che l'uomo scopre se stesso. Appunto come non sarà mai possibile che vi sarà un altro 'me', così per ognuno, ma questo non è male, bensì testimonianza dell'unicità di ognuno, nella diversità universale - che si muove per un solo verso - che ha come fine Dio.
Ovviamente anche il contrasto, come qualsiasi realtà, può essere espressa con evidente esagerazione e distorsione, fino a giungere alle demonizzazioni più totali, e questo sì che è male. Ma in principio c'era la Parola (somma bontà e sommo principio di intelligibilità), il male viene dopo, e non è un principio. E certamente il bene, visto in modo cromatico, non è rappresentato dal bianco e il male dal nero - siamo in tema di 'contrasto' - poiché il male è l'anti bianco e l'anti nero, assoluta privazione di bene.
Una cosa è certa: se uscissi di sera senza che vi fossero contrasti, certamente sbatterei con la testa a terra poiché non vedrei nulla… ma non è un problema, tanto non esco e non corro il rischio – o al massimo cercherei di accertarmi che vi fosse il contrasto, il quale mi rende la realtà così come essa è. Ma farò un'eccezione, che in tal caso non conferma la regola!

Gabriele Cianfrani

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