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domenica 19 aprile 2020

LA MISERICORDIA

aprile 19, 2020 Posted by Gabriele Cianfrani , No comments
Immagine originale dipinta dall'artista Euginiusz Kazimirowski, sotto le indicazioni di Santa Faustina Kowalska.
Gesù confido in Te!

II Domenica di Pasqua - Festa della Divina Misericordia.

Il 22 febbraio 1931 Santa Faustina Kowalska ricevette l'ordine da parte di Gesù di dipingere la Sua immagine secondo il modello che Gesù stesso le mostrò. 

La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l'anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: « Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria » (Faustina Kowalska, Diario. La misericordia divina nella mia anima, LEV, Città del Vaticano 2010, pp. 74-75). 

Il compito di realizzare l'immagine fu affidato all'artista Eugeniusz Kazimirowski, che la realizzò sotto le indicazioni della Santa Faustina e l'immagine venne ultimata nel giugno del 1934. 
Papa San Giovanni Paolo II volle che alla seconda Domenica di Pasqua fosse attribuita la denominazione "Domenica della Divina Misericordia", con il risultato del Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 5 maggio 2000 (Decr. Misericors et miserator) che istituisce la festa della Divina Misericordia, per volere appunto di San Giovanni Paolo II. Vi è possibilità di ottenere sia l'indulgenza plenaria sia quella parziale, alle consuete condizioni che possono essere lette nel Decreto della Penitenzieria Apostolica del 29 giugno 2002.

Il termine "misericordia" si trova ovviamente nella Scrittura e va al cuore della fede, esprimendo la dedizione di Dio nei confronti del peccatore. 
Diversi sono i termini tradotti con "misericordia": la parola ebraica hesed esprime soprattutto l'atteggiamento fedele di Dio alla sua alleanza (Cfr. Es 34,6; 2Sam 2,6; Is 55,3...), e in tal caso anche l'uomo deve essere misericordioso ed essere fedele all'alleanza. Ma anche l'atteggiamento di Gesù verso i sofferenti; la parola ebraica rehem sta ad indicare il seno materno, per cui l'amore che la madre prova verso suo figlio (Cfr. Is 49,15), ma anche l'amore di Dio verso il suo popolo, col quale stringe un'alleanza (Cfr. Dt 13,18; 2,21). Ve ne sono altri di termini. Ma è chiaro che la misericordia di Dio si manifesta espressamente nei confronti del figlio perduto, poiché Dio sa della colpa della quale tale figlio si è macchiato e gli va incontro, così come il padre misericordioso che prova compassione per il figlio (Cfr. Lc 15,20). 
Ma a Dio compete la misericordia? Certamente ed in modo massimo, non secondo la passione o il sentimento, ma secondo gli effetti che produce. Ora, "misericordioso" si dice colui che in un certo modo ha un "cuore misero", nel senso che alla vista delle miserie altrui è preso da tristezza come se si trattasse della propria miseria, adoperandosi affinché la miseria dell'altro venga rimossa, come se si trattasse appunto della propria miseria. Questo è l'effetto della misericordia, ma rattristarsi in tal modo non si addice a Dio, ma certamente gli si addice in massimo grado il liberare da quella miseria, da qualsiasi difetto. La liberazione dalla miseria intesa come difetto avviene tramite la perfezione di bene. Il difetto è mancanza di perfezione. Ora, poiché comunicare le perfezioni dipende dalla bontà di colui che le comunica, e Dio è il Bene sommo, è chiaro che si addice a Dio in sommo grado rimuovere ogni difetto e di conseguenza ogni miseria. E se si considera che le perfezioni concesse da Dio eliminano ogni deficienza - la deficienza è appunto una mancanza -, abbiamo la misericordia (Cfr. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, Ia, q. 21, a. 3). Così nel caso della liberazione dalla schiavitù nella terra d'Egitto e soprattutto dalla liberazione dalla schiavitù del peccato, con la passione, morte e risurrezione di Gesù. Pertanto, a Dio in quanto tale compete massimamente la misericordia, non perché in lui sia una passione come in una semplice persona umana, anche se nessuno più di Dio conosce la persona umana e il cuore della stessa - è Dio il Creatore e conosce alla perfezione le sue creature, anche il numero di globuli rossi del sangue e il numero di atomi di ogni cosa -, ma perché solo Dio può rimuovere ogni miseria. L'accoglienza della sua misericordia esige da parte nostra il riconoscimento delle nostre colpe (CCC, 1847).
La misericordia non è mai disgiunta dalla giustizia, ma è interessante il fatto che se per la giustizia occorre che vi sia la retribuzione dei meriti, prima della creazione ciò non era possibile, poiché nulla all'infuori di Dio esisteva. Dunque, nella creazione non sarebbe possibile parlare di giustizia, ma certamente si può parlare di misericordia perché, creando, Dio toglie il più grande di tutti i difetti, ossia il non essere, e questo gratuitamente (Cfr. Tommaso d’Aquino, IV Sent., d. 46, q.2, a. 2).

Buona e santa festa della Divina Misericordia!


Gabriele Cianfrani

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